Issue 9
B. Atzori et alii, Frattura ed Integrità Strutturale, 9 (2009) 27 - 32 ; DOI: 10.3221/IGF-ESIS.09.03 32 Poiché la banda di dispersione ha un limite inferiore relativo ad una probabilità di sopravvivenza (P.S.) del 90%, la curva di resistenza a fatica ricavata dai risultati sperimentali e relativa a tale probabilità di sopravvivenza è stata confrontata con le curve di progetto fornite, per giunti della stessa tipologia, da alcune normative. In particolare si riportano in Fig. 8 i valori relativi a P.S. = 90% moltiplicati per 3/4 secondo l’approccio di determinazione dei valori di resistenza della DIN 15018, quelli relativi a P.S. = 95% secondo l’approccio IIW e quelli relativi a P.S. = 97.7% secondo l’approccio CNR-UNI 10011. C ONCLUSIONI ia le analisi teoriche che i risultati sperimentali ottenuti mostrano che all’aumentare dello spessore del cordone di saldatura la resistenza a fatica del giunto saldato non diminuisce ma anzi migliora. Poiché il miglioramento, almeno per ora, sembra essere modesto, appare giustificato ed ammissibile che le normative non tengano conto delle dimensioni del cordone di saldatura nel fissare la resistenza a fatica dei giunti saldati con cordoni d’angolo. I risultati sperimentali ottenuti evidenziano caratteristiche di resistenza congruenti ed entro i limiti di resistenza indicati, per la stessa tipologia di giunto, dalle normative di progettazione e verifica considerate. L’analisi svolta evidenzia una non banale differenza della resistenza di progetto a fatica fornita dalle tre fonti prese in esame. Tali differenze non sembrano giustificabili con le modeste differenze delle probabilità di sopravvivenza a cui fanno riferimento le tre normative e, a parere degli autori di questo lavoro, merita un maggiore approfondimento che estenda il confronto anche ad altre normative, visto il rischio da un lato, di avere un inutile appesantimento delle strutture (con conseguente maggior costo e minore competitività sul mercato), dall’altro, di avere rotture catastrofiche dopo periodi anche lunghi di utilizzo delle strutture. B IBLIOGRAFIA [1] CNR UNI 10011 Costruzioni di acciaio. Istruzioni per il calcolo, l'esecuzione, il collaudo e la manutenzione (1988). [2] DIN 15018 Steel structures Verification and analyses. Part 1 (1984). [3] A. Hobbacher Fatigue design of welded joints and components. Recommendations of IIW Joint Working Group XIII- XV (1996). [4] B. Atzori, G. Crivellato, G. Meneghetti, Atti del XXVI Convegno Nazionale AIAS, Calabria (1997). [5] B. Atzori, Rivista Italiana della Saldatura LII, 1 (2000) 27. [6] ML. Williams, J. Appl. Mech. 19 (1952) 526. [7] E. Haibach, Die Schwingfestigkeit von Schweissverbindungen aus der Sicht einer örtlichen Beanspruchungsmessung. LBF Report No. FB-77, Darmstadt (1968). [8] S. Usami, H. Kimoto, S. Kusumoto, Trans Jpn Weld Soc., 9(2) (1978). [9] B. Atzori, G. Blasi, C. Pappalettere, Exp. Mech., 25(2) (1985) 129. [10] L.S. Nui, C. Chehimi, G. Pluvinage, Engng Fracture Mech., 49 (1994) 325. [11] Y. Verreman, B. Nie, Fatigue Fract. Engng Mater. Struct., 19 (1996) 669. [12] P. Lazzarin, R. Tovo, Fatigue Fract. Engng. Mater. Struct. 21 (1998) 1089. [13] B. Atzori, P. Lazzarin, G. Meneghetti, Fatigue Fract. Eng. Mater. Struct., 22 (1999) 369. [14] R. Tovo, P. Lazzarin, Int. J. Fatigue, 21 (1999) 1063-78. [15] P. Lazzarin, P. Livieri, Int. J. Fatigue, 23(3) (2001) 225–32. [16] G. Meneghetti, R. Tovo, in: Blom AF, editor. Proceedings of the 8 th International Fatigue Congress. Stockholm, Sweden. (2002)1873. [17] D. Taylor, N. Barrett, G. Lucano, Int. J. Fatigue, 24 (2002) 509-18. [18] Y. Verreman, N. Limodin, Eng. Fract. Mech., (2007) doi:10.1016/j.engfractmech.2007.07.005. [19] B. Atzori, P. Lazzarin, G. Meneghetti, Eng Fract Mech., (2007) doi:10.1016/j.engfracmech.2007.03.029. [20] B. Atzori, G. Meneghetti, Int. J. Fatigue, 23 (2001) 713-21. S
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