Issue 9
L. Susmel et alii, Frattura ed Integrità Strutturale, 9 (2009) 125 - 134; DOI: 10.3221/IGF-ESIS.09.13 130 fase e sfasati di 90° (dove il rapporto fra l'ampiezza della tensione tangenziale nominale rispetto alla tensione nominale flessionale era costante ed uguale a 0.58). In altre parole, da un punto di vista del conteggio dei cicli, il metodo proposto è stato valutato con storie di carico del tipo riportato in Fig. 3a, ovvero in condizioni in cui il conteggio dei cicli in (t) e la determinazione del corrispondente valore di w è univoca. Per sollecitazioni di sola flessione o torsione ad ampiezza costante, la Fig. 4 mostra come le curve fornite dall’IIW [10], riferite alle tensioni nominali, forniscano, in genere, stime conservative, aspetto peraltro confermato dai valori riportati in Tab. 1 , dove le curve sperimentali (per un livello di confidenza del 95%), espresse come resistenza a N A =2·10 6 cicli a rottura e pendenza inversa k, sono confrontate con i corrispondenti valori delle curve di normativa. I dati sperimentali ad ampiezza variabile qui utilizzati per validare il metodo proposto considerano uno spettro di carico gaussiano di 5·10 4 cicli complessivi (si veda [5, 6] ). Materiale Risultati sperimentali Tensioni nominali Tensioni strutturali ('hot-spot') A,50% k A,50% k 0 A A,50% k A A,50% k 0 A A,50% k A A,50% k 0 [MPa] [MPa] [MPa] [MPa] [MPa] [MPa] [MPa] [MPa] [MPa] [MPa] StE460 209.8 4.3 178.6 4.9 90 129.6 3 100 144.0 5 90 129.6 3 100 144.0 5 Al 6082 86.8 6.8 77.0 6.1 32 46.0 3 36 51.8 5 36 51.8 3 36 51.8 5 Tabella 1 : Curve a flessione e torsione utilizzate per calibrare il metodo delle CWM. Il criterio delle CWM è stato inizialmente utilizzato per stimare la vita a fatica (in termini di tensioni nominali) dei giunti saldati in acciaio sollecitati ad ampiezza costante, calibrando il criterio stesso con i dati sperimentali uniassiali ed a torsione riportati in Tab. 1 . Le costanti di calibrazione sono invece elencate in Tab. 2. Il confronto fra durata sperimentale, N f , e durata stimata, N f,e , mostrato in Fig. 5a conferma che, assumendo un valore di w,lim pari a 1.4, le stime fornite dal metodo delle CWM per sollecitazioni biassiali ad ampiezza costante cadono all'interno delle banda di dispersione delle due curve (uniassiale e torsionale) utilizzate per calibrare il metodo stesso. Figura 4 : Confronto fra le curve di normativa IIW [10] ed i risultati sperimentali di [5, 6]. Per quanto concerne invece i risultati ottenuti con sollecitazioni ad ampiezza variabile con spettro gaussiano, il metodo delle CWM è stato applicato nell'ipotesi (come suggerito in [5]) di un valore pari a 0.35 per il danno critico nella somma di Palmgren-Miner. La Fig. 5b mostra chiaramente che, per sollecitazioni biassiali ad ampiezza variabile, il metodo proposto, basato sulle CWM ed il MMV, fornisce stime di durata che cadono all'interno della banda di dispersione definita dalle due curve ad ampiezza costante usate per calibrare il metodo stesso.
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