Issue 9
A. Pirondi et alii, Frattura ed Integrità Strutturale, 9 (2009) 95 - 104; DOI: 10.3221/IGF-ESIS.09.10 104 Diminuendo tale limite da 0.5 fino ad un valore di 0.01 si nota come le durate vadano diminuendo asintoticamente. Questa differenza può essere spiegata analizzando l’Eq. (12), in cui la derivata del danno d rispetto al numero di cicli è funzione del danno stesso. Di conseguenza tanto più sono piccoli gli intervalli su cui tale equazione viene integrata, tanto più accurati saranno i risultati. La diminuzione di d porta però a tempi di calcolo via via crescenti, ed al fine di ottimizzare la procedura è conveniente fare una sorta di analisi di convergenza cosi come viene di norma svolto per quanto riguarda la dimensione della mesh. C ONCLUSIONI i è eseguita l’implementazione di una procedura per la previsione della propagazione di difetti a fatica attraverso una subroutine esterna interagente con il software ABAQUS. In questo modo si è anche reso possibile il calcolo automatico dei valori della variazione del tasso di rilascio di energia applicato e della dimensione della zona di processo. La simulazione di propagazione di difetti in Modo I in giunti DCB, ha mostrato risultati caratterizzati da una pendenza dell'andamento della velocità di propagazione in funzione di G inferiore a quello sperimentale, come riscontrato anche in [12]. Al fine di individuare il motivo di tale scostamento e cercare di limitarlo, viene proposta una nuova legge di omogeneizzazione del danno, che permette di ridurre le differenze, senza però eliminarle. Sviluppi futuri interesseranno l’identificazione di differenti leggi di omogeneizzazione del danno in modo da ripercorrere in modo più fedele i dati sperimentali. Inoltre il modello sarà esteso anche per sollecitazioni agenti in modo II in modo da poter ampliare la varietà di giunti analizzabili. B IBLIOGRAFIA [1] G. Barenblatt, Adv. Appl. Mech., 7 (1962) 55. [2] D. Dugdale, J. Mech. Phys. Solids., 8 (1960) 100. [3] I. Mohammed, K.M. Liechti, J. Mech. Phys. Solids, 48 (2000) 735. [4] Q.D. Yang, M.D. Thouless, S. M. Ward, J. Mech. Phys. Solids, 47 (1999) 1337. [5] W. G. Knauss, G. U. Losi, J. Appl. Mech., 60 (1993) 793. [6] H. Hadavinia, A. J. Kinloch, J. G. Williams, In Adv. in Fract. and Damage Mech. II, (M. Guagliano, M.H. Aliabadi eds.), Hoggar, Geneva, (2001) 445. [7] B. F. Sorensen, , Acta Mater., 50 (2002) 1053. [8] B. F. Sorensen, , Jacobsen, T.K., Eng. Fract. Mech., 70 (2003) 1841. [9] I. Georgiou, H. Hadavinia, A. Ivankovic, A.J. Kinloch, V. Tropsa, J.G. Williams, J. Adhesion, 79 (2003) 239. [10] B.R.K. Blackman, H. Hadavinia, A.J. Kinloch, J.G. Williams, Int. J. Fract., 119 (2003) 25. [11] T. Pardoen, T. Ferracin, C.M. Landis, F. Delannay, J. Mech. Phys. Solids, 53 (2005) 1951. [12] Turon, Costa, Camanho, Dàvila, Composites, 38 (2007) 2270. [13] K.L. Roe, T. Siegmund, Eng. Fract. Mech., 70 (2003) 209. [14] S. Maiti, P.H. Geubelle, Eng. Fract. Mech., 72 (5) (2005) 691. [15] A. Abdul-Baqi, P.J.G. Schreurs, M.G.D. Geers, Int. J. of Solids and Structures, 42 (2005) 927. [16] J.J. Munoz, U. Galvanetto, P. Robinson, Int. J. Fatigue, 28 (2006) 1136. [17] M. Erinc, P.J.G. Schreurs, M.G.D. Geers, International Journal of Solids and Structures, 44 (2007) 5680. [18] P. Paris, F. Erdogan, J. Basic Eng 85 (1961) 528. [19] S. Krenk, Eng. Fracture Mech. 43 (1992) 549. [20] J. Lemaitre, J. of Engn. Mat. and Tech., 107 (1985) 83. [21] A. Pirondi, D. Fersini, E. Perotti, F. Moroni, Atti del XIX Convegno Nazionale IGF, Milano (2007). [22] A. Pirondi, F. Moroni, M. Vettori, Atti del XXXVI Convegno Nazionale AIAS, Ischia (2007). S
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