Issue 9
A. Pirondi et alii, Frattura ed Integrità Strutturale, 9 (2009) 95 - 104 ; DOI: 10.3221/IGF-ESIS.09.10 102 e svolgendo di nuovo tutti i passaggi mostrati nella sezione precedente si arriva ad un legame (16) In questo legame non vi è alcuna dipendenza dal valore del danno, ovvero tutti gli elementi appartenenti alla zona di processo A CZ presentano il medesimo rateo di aumento del danno. Svolgendo una analisi identica alla precedente in cui viene utilizzata l ’Eq. (17) al posto della (12), si arriva al risultato mostrato in Fig. 9. Si nota come i punti della simulazione siano decisamente più allineati a quelli sperimentali rispetto a Fig. 7 , anche se la simulazione continua a sovrastimare la velocità di avanzamento nella fase iniziale dell’analisi. Figura 8 : Confronto tra risultati sperimentali e previsione del modello da [12]. Figura 9 : Confronto tra risultati sperimentali e previsione del modello ottenuto con Eq. (16). Un ulteriore modifica, in fase di implementazione, è una legge di omogeneizzazione del danno diversa dalla semplice ripartizione in parti uguali dell'avanzamento del difetto sugli elementi compresi in A CZ rappresentata dall ’Eq. (10). Si è inoltre valutata l’influenza sul risultato della dimensione della mesh degli elementi coesivi. Fig. 10 mostra il valore del coefficiente m della regressione ottenuta dai risultati delle analisi per varie dimensioni degli elementi coesivi. Per una maggiore chiarezza si sono normalizzati i dati rispetto ad una dimensione di 0.4mm che è quella utilizzata per i precedenti risultati. 1 CZ dd dA dN dN A =
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