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INTERAZIONE TRA PROCESSI DI FATICA E DI CREEP NELLA FRATTURA DI COMPOSITI A FIBRA CORTA IN CONDIZIONI DI CARICO CICLICO
Last modified: 2008-05-14
Abstract
Nel presente lavoro si è studiato il ruolo dei processi di fatica e di creep nella propagazione della frattura in compositi costituiti da una matrice polimerica di polipropilene rinforzata con fibre di vetro corte, in condizioni di carico ciclico. In particolare, risultati di prove di propagazione della frattura a carico costante (creep) condotte a diverse temperature si sono dimostrate estremamente utili per interpretare dati di propagazione della frattura in condizioni di carico ciclico a diverse frequenze. L'analisi dei risultati ha messo in evidenza
che nei materiali studiati, sottoposti a carico ciclico per valori non nulli del carico medio, la crescita della cricca a basse frequenze (0.1 e 1 Hz) è praticamente dovuta solo ad un processo di frattura per creep, caratterizzato da un aumento della temperatura localizzato all'apice della cricca. In tali condizioni il processo può essere considerato equivalente ad una frattura per creep in condizioni non isoterme, in cui la temperatura sia però uniformemente
distribuita all'interno del campione. A frequenze più elevate (10 Hz) il carattere non isotermo della propagazione della frattura risulta essere più pronunciato e la velocità di crescita della cricca risulta determinata, in misura confrontabile, sia da un contributo di pura fatica che da un contributo di creep.
che nei materiali studiati, sottoposti a carico ciclico per valori non nulli del carico medio, la crescita della cricca a basse frequenze (0.1 e 1 Hz) è praticamente dovuta solo ad un processo di frattura per creep, caratterizzato da un aumento della temperatura localizzato all'apice della cricca. In tali condizioni il processo può essere considerato equivalente ad una frattura per creep in condizioni non isoterme, in cui la temperatura sia però uniformemente
distribuita all'interno del campione. A frequenze più elevate (10 Hz) il carattere non isotermo della propagazione della frattura risulta essere più pronunciato e la velocità di crescita della cricca risulta determinata, in misura confrontabile, sia da un contributo di pura fatica che da un contributo di creep.
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